Joshua Dysart parla del fumetto di Greendale

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Rockinfreeworld
00sabato 17 ottobre 2009 18:44
Da un po' di tempo non se ne parla, ma il progetto di realizzare una graphic novel (libro a fumetti) ispirato a Greendale (disco di Neil Young del 2003) è attualmente in atto. E' apparsa in rete un'intervista a Joshua Dysart, disegnatore della Vertigo (casa di produzione del fumetto).
Riportiamo qui la traduzione della parte in cui si parla di Greendale e di Young.

Fonte originale: www.comicsbulletin.com/vertigo/121772268614990.htm

Joshua Dysart: "Nell'album Greendale ci sono questi personaggi in questa fittizia cittadina californiana che vivono le loro vite quotidiane e si impegnano politicamente. Poi c'è anche un art book di Greendale scritto da Neil Young. Questo libro è molto più focalizzato sulla famiglia Green e in particolare sul suo retaggio. C'è questa forte vena di, diciamo, magia naturale che attraversa la parte femminile della famiglia Green. Dal momento il fumetto che sarà un prodotto della Vertigo, ho pensato che avremmo dovuto trovare una sorta di confluenza tra l'estetica Vertigo, la mia estetica e l'estetica di Neil Young. E' questo che stiamo buttando giù ora. Stiamo raccontando la storia di una ragazza, Sun Green, 18 anni, alla vigilia della guerra in Iraq, che grazie all'arrivo di un individuo con qualcosa di soprannaturale e di antagonistico nella sua piccola e fittizia cittadina, scopre se stessa e il potere del suo retaggio. Scopre questa sorta di connessione femminile con la natura. Quindi è diverso dall'album ma di sicuro catturerà la stessa sensibilità, quella specie di sentimento gotico americano che Neil Young talvolta riesuma nel suo lavoro. Questo è ciò a cui spero di arrivare.
Neil Young è stato parte della mia vita, da sempre attraverso la mia famiglia. La musica era una grandissima parte di casa mia, più della televisione o di qualunque altro, perciò Neil Young c'era sempre. Ma è stata in realtà la Vertigo a venire da me […] e chiedermi se volevo far parte del progetto. E io, ovviamente, ho immediatamente detto di si."

Se è stato sempre presente, come figura musicale, nella tua vita, posso immaginare quanto devi essere eccitato.

“Oh assolutamente. Voglio dire, l'abilità di costruire un collegamento... La creatività è sempre relativa all'auto-esplorazione, anche quando stai facendo la stronzata più ridicola, e qui c'è un'opportunità di esplorare davvero, realmente te stesso in relazione a questo pezzo d'arte che è già stato nella tua vita, e a questo musicista che è quasi onnipresente per me. È stupendo.”

Perciò hai avuto l'opportunità di incontrare Neil Young mentre lavoravate a questo?

“Ho incontrato Neil. […] Ho conosciuto lui e la sua famiglia e sono persone davvero meravigliose, è stato grande. Ci siamo scritti per email un paio di mesi fa e, immagino, appena saremo più in profondità nel progetto avremo conversazioni più regolari. Lui esaudisce questo senso di pace e auto-consapevolezza – una gran bella cosa. E' stato quasi come incontrare un mio lontano nonno o qualcosa del genere. Davvero grande.”

Il fumetto è un mezzo silenzioso, qual'è la maggiore sfida nel trasformare l'album in un formato grafico?

“Esattamente questa è stata la cosa più intrigante del progetto, per me. Sono sempre stato interessato al modo in cui i fumetti approcciano movimenti e suono perché sono i due mezzi di cui il nostro, ovviamente, è sprovvisto. I fumetti hanno creato un intero linguaggio per implicare moto e suono, che è mitico. Ma è il problema con cui mi sto misurando ora, proprio stamattina prima che squillasse il telefono. Tutto ciò che faccio è trovare un senso vocale che è equivalente alla sua musica e al suo tema e cercare di inserirlo nella pagina.
Scommetto di non avere ancora una risposta al problema perché sono nel mezzo della sfida, ora. E' una cosa così facile da fare con la musica – un tono basso in Mi evoca un'emozione – lo fa così. Catturarla con parole e immagini è un processo complicato. […]”

Hai mai visto il film Dead Man?

"Certo, con la musica di Neil Young. E' un film di Jim Jarmusch. Lo adoro."

La colonna sonora, secondo me, è praticamente un personaggio a sé.

"Assolutamente. Quel film è fantastico nel catturare l'aspetto tonale della musica di Neil. Sono d'accordo. C'è una meravigliosa reciprocità tra musica e immagini."

Naturalmente era uno sforzo di collaborazione. Com'è lavorare con Neil all'opposto, cioè prendere la sua musica e creare personaggi da essa?

"[…] Tutti già esistevano. Greendale è un concept album, quindi c'è una narrazione che è come una luce sulla strada. Ma resta dietro all'esecuzione, ed è qualcosa di cui è difficile parlare. È solo qualcosa a proposito del percepire la musica e rifinire i personaggi così che agiscano con genuina onestà nel contesto di partenza.
Anche se amo la musica di Neil Young, ci sono volte in cui facciamo scelte creative diverse. Il mio lavoro è di solito rivolto ad una sorta di orrore esistenzialista, e questo proprio non è parte del lavoro di Neil. Perciò c'è, ancora e sempre, una sfida nel creare personaggi più affini a Neil che a me, e una linea narrativa più alla Neil. Come lo farò non so proprio dirlo. È questo ambiguo processo di furioso modellamento della materia originale finché non assume l'aspetto giusto. […]"


Un'altra intervista a J. Dysart è apparsa su www.newsarama.com e si può leggere in parte sul NY Times: www.neilyoung.com/news/index.html
Ecco un breve estratto a compendio della precedente.

Joshua Dysart: "La prima canzone Falling From Above ha una specie di meta-sensibilità che è davvero attraente. Devil's Sidewalk personifica il maldestro, incespicante ma maestoso sound dell'intero album. Leave the Driving è probabilmente il miglior esempio di narrazione, specialmente quando giustappone le azioni di Jed, che distruggeranno la sua vita, con l'ampia osservazione della paranoia collettiva nella seconda metà della canzone. Lo stesso incalzante Mi c'è diversamente nella ballata Bandit, che in generale è la mia canzone preferita dell'album. Grandpa's Interview ha la scena che preferisco nell'intera storia. La corsa del nonno contro le troupe tv diventa una lunga filippica sul suo senso di non appartenenza che proviamo nei confronti dei media. Sun Green è una epica piece di musica, un successo anche solo per questo verso: 'Hey Mastro Lindo, ora anche tu sei sporco!' Puoi scommettere che troverà posto nel libro.”


Autore/traduzioni: Matteo 'Painter' Barbieri
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