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L'anteprima di NY Journeys: rassegna stampa

Ultimo Aggiornamento: 20/09/2011 21:25
20/09/2011 21:25


Alcuni articoli sul film Neil Young Journeys, proiettato in anteprima i giorni scorsi a Milano e Bologna.

L'articolo esclusivo del nostro sito Rockinfreeworld: csnyrockinfreeworld.blogspot.com/2011/09/il-viaggio-di-jonathan-demme-e-n...


Rassegna stampa italiana:

www.movieplayer.it/film/articoli/recensione-neil-young-journe...

www.ilsussidiario.net/News/Musica-e-concerti/2011/9/20/ANTEPRIMA-Neil-Young-Journeys-il-cammino-della-vita-di-una-rockstar...

www.ilmanifesto.it/area-abbonati/in-edicola/manip2n1/20110917/manip2pg/12/manip2pz...

pellicolerovinate.blogosfere.it/2011/09/milano-film-festival-2011-jonathan-demme-in-anteprima-europea-con-neil-young-l...

Intervista a Jonathan Demme

Il video di RaiNews


Rassegna stampa estera:

Neil Young ha ricevuto grandi ovazioni all'anteprima del suo nuovo film concerto al Toronto International Film Festival, ma dopo la proiezione ha ricordato il tempo in cui la città era decisamente meno amichevole nei suoi confronti.
Young nacque a Toronto e spese gran parte della sua infanzia in Ontario prima di trasferirsi a Winnipeg. Vi ritornò a metà dei Sessanta come musicista folk, trovando una fredda accoglienza.
“Ero un completo fallimento”, ha detto Young durante il dibattito dopo la proiezione di Neil Young Journeys, dopo aver raccontato che era finito a Toronto solo perché l'auto si era rotta. “Abbiamo provato e riprovato ma non funzionava. Ricevevo recensioni terribili. Ma sapevo che ero bravo. Ero solo nel posto sbagliato”.
[…] Journeys è stato registrato lo scorso maggio, durante il tour solista di Young alla storica Massey Hall di Toronto, un'esibizione che ha sprigionato l'intero spettro sonoro. Young, 65 anni, ha suonato un grandioso set che comprendeva i principali brani dall'ultimo album, Le Noise, prodotto da Daniel Lanois e che gli ha fruttato il primo Grammy Award per la musica.
Durante la parte di concerto inclusa nei 90 minuti del film, Young è sul palco da solo (tranne che per la statua in legno di un indiano d'America) che passa con naturalezza dall'organo a due pianoforti a diverse chitarre, eseguendo brani come “You Never Call”, “Ohio”, “Down By The River” e “Love And War”.
Ma Journeys ci presenta anche malinconiche riprese di Young che viaggia in Ontario su una Ford Crown Victoria del 1956. Il suo viaggio include Omemee, dove suo padre (il giornalista sportivo Scott Young) ha una scuola a suo nome, una comunità che frequentava ai tempi e un lago dove, all'età di cinque anni, pescava pesce e tartarughe e le portava a casa.
Il tono nostalgico si è protratto nella discussione dopo la proiezione, quando Young ha raggiunto Demme sul palco (il quale ha detto che la loro amicizia risale a quando Young contribuì con una canzone al film di Demme del 1993, Philadelphia), ed è stato accolto da membri dell'audience di cui sembrava un vecchio amico.
Una donna chiamata Mary-Ellen si è presentata come una sua compagna di classe, e il volto di Young si è immediatamente illuminato. Ha ricordato di quella volta che vinse un piccolo premio a una fiera, in quarta elementare, e lo regalò a lei perché aveva una cotta. Dopo è venuto fuori che il premio era un collare per cani.
“Non ho ancora perso il mio tocco”, ha scherzato Young.
Nel film Young ricorda un amico di infanzia chiamato Goof che si prendeva gioco dell'ingenuo Young in vari modi – lo pagava un nichelino perché facesse commenti a signorine più vecchie, o convincendolo che il catrame umido sulla strada fosse cioccolato. Lunedì è saltato fuori un rappresentante di Goof con una misteriosa busta per Young.
“Chissà cosa vuole farmi fare ora”, ha sospirato Young, mangiucchiando popcorn sul palco.
Young ha detto anche che sta scrivendo un libro, quindi sta ripensando alla sua infanzia in Canada abbastanza di frequente. Intanto sembra soddisfatto dell'ultimo lavoro di Demme, dicendo che dopotutto dovrà abituarsi a credere alla visione che dà di se stesso.
“Ho sempre lasciato che facesse il suo lavoro, perché è grandioso”, ha detto Young. “Lui ama la musica e io amo i film”.
Nick Patch, The Canadian Press

Il terzo film di Jonathan Demme con Neil Young, Neil Young Journeys, è un'esibizione solistica in cui il cantante è in ottima forma vocale e di eccellente impatto emotivo. Anche se è difficile pensare a una grande richiesta al box office, a così poca distanza da Heart of Gold (2006) e Trunk Show (2009, con parecchio repertorio inedito), i fan si godranno questa intima performance in qualunque forma venga loro presentata.
Inframmezzando un concerto alla Massey Hall di Toronto con un viaggio di ritorno a Omemee, Ontario, e in altri luoghi d'infanzia, il regista ascolta Young divagare nei ricordi. Aneddoti su galline da cortile e reati di gioventù sono irresistibili solo ai fan più avidi, ma le scene sostengono bene l'introspezione dei brani della set-list rivolti al passato.
Le riprese sul palco alternano canzoni da Le Noise del 2010 e i vecchi classici, tra cui una lacerante “Ohio” e una penetrante “Hey Hey, My My”. La voce peculiare di Young è straordinariamente chiara, il sound strumentale forte e ben mixato.
Young suona su un palco decorato in modo intelligente, con teli spiegazzati che evocano vetro sporco, un indiano di legno accanto all'organo, e un paio di pianoforti acustici che si alternano alle chitarre di Young. Non c'è niente, nel concetto di questo film, di così marcato come, diciamo, in Stop Making Sense di Demme, anche se il regista filma due canzoni con una telecamera fissata sopra il microfono – chiamiamola la Grizzle-cam – che ci rivela primi piani estremi delle basette di Young e che, durante “Hitchhiker”, viene coperta da una goccia di saliva.
John DeFore, The Hollywood Reporter

I fan di Neil Young sono una stirpe veramente appassionata. Sono devoti al rock 'n roll vecchia maniera, sono fanatici del suo catalogo, e sono noti per prendere molto seriamente cose come qualità sonora e volume. [...]
"Abbiamo fatto una premiere [di Trunk Show] a New York e dopo circa 20 minuti dall'inizio qualcuno nel pubblico urlava "alzate il volume!", ed è andato avanti. La platea tentava di zittirlo. La direzione mi ha chiesto, "dobbiamo buttarlo fuori?" E io, "credo di no perché ha ragione, andrebbe sentito a volume più alto. Dovrebbe starsene zitto, sì, ma non ha torto". Poi abbiamo fatto il dibattito e il tizio è saltato su dicendo "E' un oltraggio! Lo stesso Neil Young sarebbe orripilato dal livello del volume di stasera!".
A parte i drogati sonori newyorkesi, i fedeli a Neil Young sono di solito molto felici dei film concerto di Demme su Young: Heart Of Gold del 2006, Trunk Show del 2008 e il nuovo Journeys. Il regista sa esattamente cosa vogliono i fanatici e come darglielo, perché lui stesso è uno di loro.
"Sono un fanatico/nerd di Neil io stesso e la gente con cui lavoro è pure ossessionata. Credo che vogliamo essere sicuri - e lo sappiamo bene - di andare al cuore senza rischiare critiche da parte dei Neilsters".
Demme ricorda anche il primo istante in cui ha sentito la musica di Young. Un'esperienza che gli ha cambiato la vita.
"Il primo disco dei Buffalo Springfield. Era come se improvvisamente il nostro paese avesse i propri Beatles. Avevamo grandi gruppi, i Love di Los Angeles, i Jefferson Airplane, i Grateful Dead, i Byrds, tutti questi grandi gruppi. Ma i Buffalo Springfield, e le canzoni di Neil in particolare, erano su tutt'altro livello", dice. "Mi viene quasi da chiedermi, se Neil Young non avesse fatto 'Broken Arrow', John Lennon avrebbe fatto 'A Day In The Life'? Fu una passione istantanea per me, la sua musica, tutt'ora vivissima. Album dopo album. Anno dopo anno. Film dopo film."
Anche se Journeys è il suo terzo film su Young, non è - come qualcuno aveva ipotizzato - l'ultimo episodio di una trilogia. In effetti, Demme ha tutte le intenzioni di aggiungerne un altro alla saga nell'immediato futuro.
[...] "Questo si regge benissimo da solo e spero di poterla renderla una quadrilogia il più presto possibile".
Gli piacerebbe lavorare con Neil in altri ruoli. Qualcosa sul genere di quanto fatto per Philadelphia, film di Demme vincitore del premio Oscar, per il quale il musicista scrisse una canzone originale. Ma quello che veramente lo esalta è l'idea di tentare ruoli creativi diversi, e vedere quale alchimia artistica i due riescano a creare.
"Mi piacerebbe collaborare con Neil per un film senza musica. Produrre un film diretto da lui. Mi sembra un tipo brillante. La sua creatività non si spegne mai, e l'idea semplicemente di seguirlo con qualche cinepresa mi elettrizza".
Sarah Kurchak, spinner.com

C'era una telecamera posizionata sul microfono di Neil Young durante un paio di show alla Massey Hall della sua città natale, Toronto, che ha dato nuovo significato alla parola "primo piano"... ma era tutto parte dell'idea di Jonathan Demme.
In Neil Young Journeys, il terzo documentario di Demme sul leggendario rocker - che segue Heart Of Gold del 2006 e Neil Young Trunk Show del 2008 - ci sono momenti, in canzoni come "Down By The River" e "Hitchhiker" quando la telecamera è così vicina, che la faccia di Young copre l'intero schermo, tagliata sopra la bocca o il naso.
"Volevo riuscire a portare lo spettatore all'interno delle narrazioni delle canzoni di Neil, proprio sul palco", ha detto Demme a Rolling Stone il giorno dopo la premiere mondiale al Toronto International Film Festival. "I film concerto devono dare il loro meglio per poter competere con le performance dal vivo - che ovviamente sono insuperabili, ma possiamo andare più in profondità e fare qualcosa che emotivamente rappresenti ciò lui fa".
Per Journeys - il primo film a essere registrato a 96kHz (il doppio dei dati sonori) - il direttore della fotografia Declan Quinn ha arruolato sei telecamere manovrate da operatori e cinque camere-icona (delle dimensioni di un pacchetto di sigarette) per catturare questa esecuzione solista. I concerti erano gli ultimi del tour di supporto all'album del 2010, Le Noise, prodotto da Daniel Lanois. Le micro-telecamere erano posizionate anche sull'organo e sul piano per "After The Gold Rush" e una nuova, cadenzata canzone, "Leia", dunque l'obiettivo "attraversa" gli strumenti mirando a Young.
Le angolature interessanti mostrano tutte le grinze del suo volto 65enne - la sua ombra grigia, il buco nel suo cappello di paglia. C'è persino uno schizzo di saliva che fa la sua prepotente apparenza sulla lente e crea l'effetto di un respiro su un vetro d'inverno.
"Abbiamo parlato di quando ci ho sputato sopra, dopo le cose si sono fatte divertenti", ha detto Young durante il domanda-e-risposta successivo alla proiezione. "Le luci cambiano e diventano blu. Diventa psichedelico mentre io ripeto sempre la stessa frase; quello sputo lo rende..." [agita le mani].
"Sembra un effetto speciale da 100.000 di dollari", dice Demme.
Young e Demme si conoscono dal 1993, quando il regista lavorava a Philadelphia, il suo blockbuster underground sull'AIDS e sull'omofobia. Young scrisse "Philadelphia" per il finale. La maggior collaborazione tra i due è stata per Heart Of Gold, filmato al Ryman Auditorium di Nashville, che richiese mesi di discussioni giornaliere.
"Io ho sempre lasciato che facesse lui, perché lui fa grandi cose e comunque mi lascia fare a me le mie", ha detto Young durante il dibattito. "Ci rispettiamo l'un l'altro, quando lavoriamo insieme come una squadra parliamo molto, ed è sempre divertente. E' sempre bello. Lui adora la musica e io adoro i film".
Oltre al materiale del concerto, Neil Young Journeys prende il suo titolo dalle riprese inserite da Demme di un viaggio per il Nord Ontario, che inizia con la città natale di Young, Omemee. Noleggiando una Ford Crown Victoria del 1956, i due seguono il fratello maggiore di Young, Bob, nella sua Cadillac Brougham d'Elegance del 1991, mentre scende nel viale dei ricordi: la sua vecchia casa, la scuola (ora un parco), la Coronation Hall, la Scott Young Public School (dal nome di suo padre, famoso scrittore sportivo) e altri luoghi.
"Non sapevo come l'avremmo utilizzato [il materiale], ma ci siamo resi conto che Omemee non era poi così distante", ha spiegato Demme. "Pensavo [...] che succederà quando metti Young su un'auto nella sua città natia e lo lasci guidare? Cosa dirà? Come sarà? Che effetto farà?"
Mentre guidano, Young inizia a ricordare storielle divertenti [...] alcune non poi così dolci: "Penso di aver ucciso una tartaruga infilandole un petardo nel culo", dice a un certo punto. [...]
Demme pensa di utilizzare gli aneddoti lasciati fuori come bonus per il DVD, ma è contento di come "stagionano nei passi del viaggio" tra un pezzo del concerto e l'altro: "Le canzoni di Neil sono così potenti che è bene avere un momento di sollievo passando da 'Ohio' a 'Down By The River'."
Karen Bliss, rollingstone.com

Autore e traduzioni: Matteo 'Painter' Barbieri

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